Lo sciatore aquilano salvato dalla buona sanità

TERAMO – Mario C., lo sciatore aquilano travolto dalla slavina a Campo Imperatore è ricoverato in prognosi riservata nel reparto di rianimazione cardiochirurgica dell’ospedale Mazzini. Deve la vita al fratello, che lo ha tirato fuori da sotto la neve, ai medici rianimatori del 118 e del soccorso alpino ma anche a Ecmo, la macchina cuore-polmoni del servizio di Emodinamica, del Dipartimento Cuore e Vasi delll’ospedale di Teramo. Un sistema di emergenza sanitario che ha funzionato alla perfezione. Il cuore del 33enne aquilano ha ripreso a battere alle 16.15, dopo tre ore di assenza totale di frequenza e polso. Mentre la macchina dei soccorsi si muoveva per trasferirlo nel centro cardiologico teramano specializzato, c’è stato chi sull’elicottero del 118 dell’Aquila (il pilota Paolo Righetti, il tecnico del volo Andrea Romano, il tecnico del soccorso alpino Camillo Sanelli, i medici rianimatori del 118, Nadia Garbuglia e del soccorso alpino Gianluca Facchetti) non ha smesso un attimo di massaggiargli il petto, per sostituirsi alla pompa cardiaca e assicurare l’ossigenazione al cervello. Quando il paziente è arrivato al Mazzini, con il contributo della centrale operativa del 118 (il medico Paola Angelini e il paramedico Paolo De Patre), si è deciso con la equipe di Emodinamica (diretta dal dottor Saro Paparoni) di ricorrere, per la prima volta in Abruzzo, alla Ecmo, la macchina cuore-polmoni che permette la circolazione ‘saltando’ il cuore umano, normalmente utilizzata per l’assistenza negli interventi di cardiochirurgia, mai per rianimare un paziente vittima di un arresto cardiaco da ipotermia. Il corpo di Mario segnava una temperatura di 24 gradi centigradi contro i normali 35-36. E’ stato necessario scaldarlo, mentre la Ecmo garantiva la circolazione extracorporea. Quando i medici hanno deciso di tornare a utilizzare il cuore di Mario, è stato un attimo: è ripartito al primo tentativo, con grande soddisfazione di tutti gli operatori. Erano le 16.15, tre ore dopo l’estrazione del 33enne aquilano da sotto la neve. Adesso resterà per un pò in rianimazione cardiochirurgica: per valutare i postumi bisognerà aspettare, ma c’è un aspetto che depone in maniera positiva: l’ipotermia prolungata potrebbe aver ‘protetto’ il cervello e ritardato i processi degenerativi in assenza di circolazione cardiaca.